“Il Soggetto e i Percorsi di Cura”. Prefazione – Gemma Migliaro
La lettura delle relazioni svolte al Convegno Il soggetto e i percorsi di cura costituisce motivo di interesse per tutti gli operatori della sanità e dell’assistenza e offre la possibilità di approfondire in termini attuali la conoscenza del rapporto tra la “Medicina” e la “Persona”, tra sapere scientifico e competenze umane nel lavoro per la salute.
Il Convegno, tenuto a Triuggio dal 16 al 18 ottobre 2014, era nato con l’intento di partire dalle più recenti elaborazioni sui percorsi di cura nelle patologie mentali gravi per metterle a confronto con il tema del soggetto (il paziente, il professionista) e con il rischio presente che a quest’ultimo vengano sottratte progressivamente le proprie competenze. La cura stessa, infatti, si sviluppa nella relazione tra soggetti e si rapporta, a volte in senso dialettico, altre volte in modo sinergico, con “percorsi di cura” definiti (dalle linee guida ai protocolli diagnostico terapeutici).
Si tratta di tematiche complesse che esprimono due polarità opposte nell’operare sanitario, in equilibrio instabile tra elementi oggettivi e componenti personali; al contempo, come si riscontra nella pratica quotidiana, tali tematiche sono profondamente correlate tra loro e costituiscono uno snodo critico nel mondo sanitario e psico-sociale.
Alcune problematiche inoltre sfuggono agli approcci clinico assistenziali standardizzati, come il disagio diffuso tra i giovani, il ruolo della famiglia, la percezione della sessualità, la multiculturalità, la frequenza di espressioni violente. Sono questioni che interrogano molto la società attuale, quanto mai spaesata riguardo agli aspetti socio-culturali, psicologici, educativi. Al contrario, la tendenza a inserire acriticamente il paziente in una procedura può favorire la chiusura e limitare lo sguardo professionale, favorendo cosi l’esercizio abituale di atti clinici sempre meno tesi alla comprensione della complessità del bisogno del malato.
La dimensione fondamentale del bisogno comunque permane e ci sembra che il considerarla aiuta a spalancare le prospettive di professioni nelle quali le risorse personali sono così decisive.
Per questo il Convegno si è proposto di condividere il valore dell’esperienza umana elementare, interpellando autorevoli relatori, chiamati a confrontarsi con il dramma e il desiderio dell’uomo d’oggi, per cercare di recuperare i fondamenti delle relazioni di cura e di aiuto senza ignorare le tante dimensioni implicate.
Il Convegno, oltre a coinvolgere esperienze a vario titolo impegnate nell’assistenza, cura e riabilitazione di adulti e minori nell’ambito della comunità civile, ha rappresentato l’inizio di un percorso di lavoro, svolto in collaborazione con la Diocesi di Milano, sul tema della cura e del curare nei loro legami con il soggetto in azione, cioè in relazione con l’altro, con le persone e i loro bisogni.
Questa pubblicazione fa seguito a quella degli Atti del Convegno 2016 La cura al confine. Le relazioni di cura tra incontro e cultura dello scarto (JMP 2017 – 1), ma pur invertendo la successione temporale rispetta la sequenza logica di insieme del lavoro sviluppato.
Gemma Migliaro
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!