Sessioni parallele 1 – I confini della cura e i bisogni emergenti di salute mentale.

Intervento di S. Landra. Coordinamento: P. Soncini, D. Fumagalli

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Vi sono situazioni diffuse, a crescente rischio di marginalità e gravate da stigma, oggi emergenti seppur diverse tra loro, come il disagio mentale nei migranti o negli autori di reato, che rappresentano una sfida alla conoscenza e alle possibilità di intervento degli operatori, delle istituzioni, della società.

Oltre all’accoglienza, è tempo di occuparsi della salute mentale dei migranti in termini di cura e assistenza. Recenti fatti e normative sollecitano risposte anche per i pazienti autori di reato, il che tra l’altro richiama il tema della violenza in crescita nella nostra società, del dis-controllo e delle dinamiche relazionali correlate.

In generale la percezione sociale dei due fenomeni è troppo generica e diseducata, tanto che sui migranti prevale il fastidio o la ripulsa e sull’emergenza reati violenti paura, sgomento, colpevolizzazione acritica.

Domande:

Vi sono esperienze di percorsi specifici di cura e assistenza in favore di migranti con disturbi psichici? E vengono sperimentati interventi di comunità che coinvolgano anche le loro famiglie?

Quali sono i confini della violenza, agita o subita? Quali problemi di salute mentale individuali e relazionali si evidenziano nella diffusione dei reati violenti, sulle donne, sessuali,…? Vi sono percorsi di cura possibili?

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